Meno norme ma più severe

ATTUALITA’ / Intervista a Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale.

Che cosa dovrebbe fare il governo?
“Prima di tutto bisogna uscire dall’ottica degli effetti annuncio, quelli del lunedì dopo le stragi del weekend. E iniziare a metter mano al codice della strada. In Italia ci sono troppe norme spesso contraddittorie. Ne servono poche, ma severe. Ad esempio: la prova su strada per il ragazzo che vuole andare in motorino, l’adeguamento degli esami di guida agli standard europei, e il tasso alcolemico zero per i neopatentati”.

E le forze dell’ordine?
“Stanno già facendo tantissimo, a partire dalla Stradale. Hanno aumentato parecchio i controlli. Peccato che il budget a loro disposizione sia irrisorio. Ma non è solo una questione di soldi. Serve organizzazione”.

Cioè?
“Fra stradale, carabinieri e vigili urbani le competenze sono troppo frammentate: da tempo spingo perché nasca una protezione civile per la sicurezza stradale, così da poter avere un’unica regia. E affrontare una volta per tutte piaghe come quella delle morti bianche in strada”.

Le strade come i cantieri?
“Abbiamo rilevato che circa una metà delle vittime sul lavoro avvengono alla guida. C’è chi per strada ci lavora. E c’è chi per strada ci passa tornando a casa dal lavoro. Sull’asfalto o in un cantiere, se ci muori fa poca differenza”.

(L’Espresso, 23/4/2009)