update / La libertà di stampa ai tempi della monnezza, parte prima

Inchiesta sui veleni a Napoli. Perquisiti l’Espresso e due reporter. La Gdf in redazione e nelle abitazioni dei giornalisti Di Feo e Fittipaldi. Sul settimanale le confessioni di un imprenditore che smaltiva rifiuti illecitamente. Vent’anni di soldi facili con la camorra. Le anticipazioni ieri sul sito.

ROMA – Perquisiti dalla Guardia di Finanza la redazione de L’espresso e le abitazioni dei giornalisti Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi. Le fiamme gialle si sono presentate in redazione questa mattina per controllare e sequestrare documenti e computer dei giornalisti. La perquisizione è stata ordinata dopo la pubblicazione dell’inchiesta di copertina del settimanale in edicola da oggi e anticipata largamente ieri sul sito, “Così ho avvelenato Napoli”.

Nell’inchiesta sono riportate le confessioni dell’imprenditore Gaetano Vassallo, sullo smaltimento dei rifiuti tossici in Campania per conto della Camorra. Nelle sue confessioni Vassallo chiama in causa politici e funzionari: in particolare il sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, oltre a una nutrita schiera di sindaci e manager degli enti locali campani.

Immediati i messaggi di solidarietà alla redazione de L’espresso e a Di Feo e Fittipaldi. A cominciare da quello della direzione di Repubblica: “Ezio Mauro e la Direzione di Repubblica sono solidali con gli amici dell’Espresso che con il loro lavoro difendono il diritto di cronaca, fondamento di una opinione pubblica libera e consapevole”.

”Siamo preoccupati – afferma Paolo Butturini, segretario di Stampa Romana – per il clima di ostilità che si va diffondendo nel Paese verso la libera informazione. I giornalisti esercitano soltanto il loro diritto-dovere di indagare e raccontare ai cittadini quel che accade in Italia. In una democrazia è necessario che l’informazione sia tutelata e possa svolgere liberamente il proprio compito. Nel caso dei colleghi de L’espresso, poi, siamo di fronte a giornalisti che, a rischio della propria incolumità, indagano sul perverso intreccio fra politica, imprenditoria e poteri criminali nell’oscura vicenda dello smaltimento dei rifiuti tossici”.

La redazione de L’espresso, attraverso una nota del comitato di redazione, esprime grande preoccupazione per l’intervento della Guardia di Finanza: “Ancora una volta l’esercizio del diritto di cronaca è oggetto di atti intimidatori che respingiamo fermamente. Gravi e offensivi per il lavoro dei nostri giornalisti appaiono per di più i modi con cui le perquisizioni si stanno svolgendo (ben diciotto agenti impegnati). Non possiamo fare a meno di notare – conclude la nota del cdr – che un simile spiegamento di forze avviene in seguito ai riferimenti contenuti nell’inchiesta sul presunto ruolo nello scandalo dei rifiuti di un sottosegretario del Governo”.

Sulla stessa linea il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi che definisce “davvero inaccettabile l’irruzione della guardia di Finanza nella redazione romana de L’espresso e in casa di due colleghi”. “Comprendiamo – aggiunge – che l’attività della magistratura sia in una fase delicata ma non possiamo accettare che l’attività giornalistica di inchiesta venga trattata come fosse illegale e sotto tutela. Ci pare che fin troppo chiaro il tentativo di affievolire la capacità di ricerca della verità da parte dei giornalisti. Sono ormai, infatti, troppi in questi mesi gli interventi sui colleghi e sulle redazioni”.

(La Repubblica, 12/9/2008)