“Mac è più buona”

Stefano Pitrelli & Emanuele Rossi, Il Manifesto

MANAGER 1 / Alcune differenze coi concessionari.

“Michele”, store manager di un ristorante della corporation, a differenza del manager intervistato a fianco, svela alcuni “dietro le quinte” del mondo Mac. La discussione prende il via da alcuni ‘autolicenziamenti’ di giovani dipendenti di Firenze e Bologna, stremati da pesanti atti di mobbing.

Come giudichi i recenti autolicenziamenti di Firenze e Bologna? 

“Beh, se ci sono alcune ‘mele marce’ tra i dirigenti, dovrebbero essere punite. Noi della McDonald’s Corporation usiamo ‘altri metodi’ rispetto a quelli dei licenziatari (i cosiddetti franchisee, ovvero i concessionari del marchio, che rappresentano il 90% circa degli attuali fast food in Italia, n.d.r.). Questo perché dobbiamo fare più o meno da specchio buono per tutti gli altri McDonald’s”.

Potresti renderci più chiara questa differenza?

“Ragazzi, è come se ci fosse una linea: qua ci sono la McDonald’s Italia, e là ci sono i franchisee, che gestiscono i loro punti vendita. Sono loro quelli che hanno un ampio raggio… Nel senso che se ti vogliono fregare, parlando tra me e voi, se vogliono aspettare i ragazzi fuori, per dire loro, magari, ‘ti mando via’… (possono farlo in tutta tranquillità, sembra lasciar intendere Michele, ndr). Comunque, credo che il franchising funzioni anche meglio della McDonald’s”.

E le contestazioni? McDonald’s è spesso nel mirino di movimenti politici, ecologisti, sindacati.

“Strumentalizzazioni, fatte da ‘preti e ambientalisti’: McDonald’s è una multinazionale, e come ogni multinazionale che si rispetti ha la sua vasta schiera di detrattori. Infatti la contestazione c’è da sempre, non è solo roba recente”.

Cosa ne pensi dei rapporti tra la McDonald’s e i sindacati?

(A voce molto bassa, come per non farsi sentire) “Cioè, lo sapete, il sindacato… il sindacato ha dei compromessi”.

Salutiamo Michele ringraziandolo per il suo tempo e soprattutto per la sua sincerità, mentre ci ricorda che in fin dei conti tutti, “anche i preti”, vengono a mangiare da McDonald’s.

(Il Manifesto, 24/3/2001)