Caserme, il ministero della Difesa pronto a cederle insieme anche a dei terreni: 10 anni di tempo per farne qualcosa di buono

Stefano Pitrelli, L’Huffington Postministero difesa casermeQuando in giro per l’Italia t’imbatti in un fortino ormai in disuso, un vecchio rifugio alpino o una caserma deserta, il cinico ci vede lo spreco, il creativo intravede un’occasione. Basta dare un’occhiata a quest’opera realizzata da un gruppo di artisti olandesi a partire da un bunker della seconda guerra mondiale, tagliato esattamente a metà grazie a una punta di diamante.

Sono in tutto 700 i beni militari “fantasma” sparsi lungo la penisola, stando ai dati forniti dal Ministero della Difesa. Dalla strada lungo la quale non marcia più alcun soldato, alla vecchia pista d’atterraggio che di aerei non ne vede passare da tempo(VEDI GALLERIA). Dal campo sportivo al magazzino, dalla base logistica al rifugio alpino, dall’acquedotto alla torre, al bunker. Tutti immobili e terreni per i quali né regioni, né province, né tanto meno i comuni avevano manifestato alcun interesse. Neanche “a gratis”.

Ma dove c’è un bene, in realtà c’è una risorsa, per quanto trascurata. E per trovare un compromesso fra pragmatismo e creatività ci voleva forse un napoletano come Gioacchino Alfano, sottosegretario di Stato alla Difesa. Di fronte al rebus economico rappresentato da un’ampia offerta senza alcuna domanda, il suo approccio spicca perché anticonvenzionale: si tratterà sostanzialmente di “regalare” quei beni alle persone d’ingegno, per un periodo di tempo fino a dieci anni. Dove per ingegno s’intende la formulazione di un preciso progetto di valorizzazione da parte di chi ne fa richiesta.

Adoperando un’espressione proveniente dalla cultura angloamericana, a Via XX Settembre l’hanno chiamata “valorizzazione d’onore” (come il prestito degli studenti che si ripaga dopo l’università). E alla fine di questo processo, chi l’ha avviato avrà il diritto di prelazione sull’acquisto del bene. La norma sta per essere pubblicata, mentre l’ampio catalogo dei beni disponibili verrà proposto a puntate, un po’ alla volta.

IL BACINO DI BENI INTERESSATI DALLA VALORIZZAZIONE D’ONORE
– Appostamenti e Ricoveri — 200
– Aeroporti / Campi sportivi / Basi logistiche — 1
– Caserme e fabbricati vari —106
– Depositi e magazzini — 34
– Gallerie e bunker — 36
– Rifugi alpini — 34
– Strade e acquedotti — 116
– Terreni — 34
– Torri, fortificazioni e fortini — 135
– TOTALE — 696

FONTE: Ministero della Difesa, su elaborazione HuffPost

Ad approfondire l’insolita soluzione è lo stesso Gioacchino Alfano, che — intervistato dall’Huffington Post — sembra quasi smettere i panni di viceministro, per tornare a quelli di sindaco con l’occhio al territorio: “Col federalismo demaniale ne avevamo dismessi circa un migliaio, fra terreni ed immobili. Ma alla fine ne sono stati opzionati solo 257”.

Sottosegretario, quindi stiamo parlando di beni “scartati”?
Assolutamente no! Le faccio un esempio: a volte si è trattato semplicemente di un problema di proporzioni, o per meglio dire di sproporzioni. Il terreno in questione poteva essere più esteso dello stesso territorio del comune che lo ospitava. Quindi magari l’hanno trovato difficile. Ma il punto è che un pezzo di paese, ogni pezzo, ha sempre un significato.

Proprio ogni pezzo?
Sì. Anche il fianco di una montagna, un fondo di strada. Ogni bene può avere un valore, dipenderà dall’ingegno di chi lo richiederà. Il nostro intento è proprio quello di mettere in collegamento i beni disponibili coi potenziali interessati.

Ad esempio?
Non esiste un profilo ideale, potrà essere qualunque privato cittadino, chiunque abbia un’idea. Che sia di natura imprenditoriale, artistica, o di volontariato, poco importa. La valorizzazione non implica necessariamente che se ne faccia un business. Tanto che potrebbero anche essere gli stessi comuni a proporsi, stavolta, con un’iniziativa d’interesse pubblico, come la realizzazione di un parco per la propria cittadinanza.

Per un imprenditore potrà anche essere un affare. Ma quali saranno i benefici per la Difesa?
Beh, nelle nostre casse non arriverà niente, ma intanto ci scarichiamo di dosso le spese di manutenzione, nonché qualsiasi tipo di responsabilità giudiziaria. Cosa che per noi rappresenta già di per sé un notevole vantaggio. Poi bisogna tener presente che quei mille beni in teoria potevano già esser passati in blocco ai comuni. Se loro non li hanno voluti, perché magari non sapevano che farci, allora li daremo a chi li vuole, a chi ha un’idea. Che almeno non vadano sprecati!

Una questione tecnica, che però pesa: se mi regali una caserma per dieci anni, non posso mettercene nove per cambiarle destinazione urbanistica… 
Su queste tempistiche stiamo lavorando insieme al Tesoro, al sottosegretario Pier Paolo Baretta, con cui abbiamo costituito un comitato interministeriale. E poi ne sto parlando con Piero Fassino dell’Anci, anche lui è d’accordo sulla ricerca di soluzioni rapide. Se ne parlerà ovviamente con le regioni… Ci stiamo lavorando.