Soka Gakkai, la replica dell’Istituto Buddista Italiano all’articolo HuffPost. E la controreplica dei due autori

Gianni Del Vecchio & Stefano Pitrelli, L’Huffington Post

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Pubblichiamo la replica dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai all’articolo apparso sull’Huffington Post lo scorso 26 giugno. Di seguito anche la contro replica degli autori, Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli.

Gentile Direttore,

l’Huffington Post, nella sua edizione dello scorso 26 giugno ha pubblicato un articolo dal titolo: “La Soka Gakkai “incassa” l’8 per mille. L’intesa suggellata dalla presenza del premier Renzi” a firma di Giovanni Del Vecchio e Stefano Pitrelli. L’articolo, che ricalca tesi espresse in un controverso volumetto degli stessi uscito nel 2011 e da lei prefatto (che non pochi dubbi suscitò anche in ambito accademico), offende decine di migliaia di italiane ed italiani fedeli di questo credo religioso. Lasceremo ai nostri legali procedere per altre vie, tuttavia desideriamo chiedere di poter esprimere il nostro diritto di replica pubblicando questo breve articolo.

Come è d’uso nella tradizione buddhista di solito prediligiamo sempre il dialogo a toni polemici, seguendo l’esempio del Bodhisattva Fukyo lett. (Mai Sprezzante).Tuttavia è d’obbligo esprimere tutto il nostro disappunto quando tesi elaborate senza sentire l’altra campana e non corroborate da alcuna fonte attendibile (se non quelle indicizzate da google in rete) vengono amplificate da un quotidiano di prestigio e di larga diffusione.

Accostare l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai a movimenti New Age non è questione di inchieste o di spunti per opinionisti, è semplicemente un falso. Questo non lo diciamo noi ma tutti gli studiosi che hanno analizzato il rapido sviluppo di questa organizzazione dagli anni settanta ad oggi, a volte contraddicendo loro stessi. In Italia, quando si parla del Buddismo della Soka Gakkai ci si riferisce ad un movimento religioso laico al quale si sono liberamente accostati anche per brevi periodi centinaia di migliaia di italiani, molti di loro ricordano un breve periodo di pratica di questo buddhismo con belle e memorabili storie, altri no. Molti hanno continuato, tanti no. Oggi i cittadini e le cittadine italiani che professano questa religione sono oltre 75.000. A questa minoranza religiosa, una delle più numerose del nostro paese, si deve un minimo di dignità e rispetto.

Siamo buddhisti pacifisti e nonviolenti, attenti a difendere e rispettare la sacralità della vita in ogni sua forma. La nostra tradizione affonda le sue radici nella grande corrente Mahayana e basa la sua dottrina su una interpretazione di uno dei più antichi insegnamenti: il Sutra del Loto. Nostri rappresentanti alla pari di quelli di tutte le altre scuole buddhiste fanno parte dell’Unione Buddhista Europea ed in Italia anche se abbiamo deciso di organizzarci in modo diverso continuiamo a sviluppare iniziative reciproche insieme a tutte le altre tradizioni.

In Giappone, con i suoi 10 milioni di fedeli, siamo religione di massa e come per la Chiesa Cattolica in Italia, è ovvio che capita anche a nostri credenti di essere presenti in ogni ambito della società. La Soka Gakkai giapponese ha fondato Università, Musei, Scuole, Centri Culturali tra i più prestigiosi del Sol Levante e tanti membri eccellono nei campi della Scienza, dell’Economia, dello Sport, dell’Educazione ecc.

In tanti fin dagli anni sessanta vollero impegnarsi anche in politica dando vita al partito Komeito, il terzo partito del Giappone. All’opposizione fino agli anni ottanta, poi tra i promotori della prima Alleanza Democratica di Centro Sinistra, oggi partner del partito conservatore. Il Komeito, che ha concentrato la sua azione politica soprattutto sulle tematiche del lavoro e di protezione del welfare, ha di recente impedito che l’attuale costituzione pacifista fosse modificata in senso interventista (su questo punto unanimemente concordano i più prestigiosi quotidiani ed analisti nipponici ed internazionali).

La Soka Gakkai è stata ed è sempre in prima linea nella tutela dei diritti umani nel mondo e nella lotta per il disarmo nucleare globale e per l’abolizione della pena di morte, anche in Giappone. È impegnata in prima linea nella tutela dell’ambiente e sui temi relativi al riscaldamento globale. Favorisce il dialogo tra le diverse tradizioni buddhiste e quello interreligioso, si pensi per esempio alla organizzazione della Prima Conferenza Interbuddhista recentemente ospitata dalla Casa Bianca o alle numerose iniziative intraprese insieme alla Chiesa Cattolica e ad esponenti del mondo islamico.

La Soka Gakkai è uno dei movimenti religiosi più studiati al mondo. Da decenni una fitta pubblicistica si occupa di noi: le indagini pazienti e approfondite della prof.ssa Maria Immacolata Macioti e del prof. Karel Dobbelaere poi pubblicate rispettivamente in: Il Budda che è in noi (Seam edizioni, Roma, 1996) e La Soka Gakkai, un movimento di laici diventa una religione, ElleDiCi, Torino, 1998), gli atti del convegno (sulla presenza buddista in Italia) “Oggi il Risveglio”, tenutosi al Centro Congressi dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza nel maggio 1994 (La critica sociologica, 111-112 autunno/inverno 1994-1995) e l’articolo della prof.ssa Macioti “L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai a un bivio” (La critica sociologica, 141. primavera 2002). Sempre di Maria Immacolata Macioti: Il fascino del carisma – Alla ricerca di una spiritualità perduta, Liguori editore, Napoli, 2009, la voce Soka Gakkai ne Le religioni in Italia (a cura di Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli, ElleDiCi, Torino, 2006) Oppure la parte sul Buddismo di Nichiren Daishonin contenuta nel libro Coscienza e cambiamento, di Riccardo Venturini, Cittadella ed. Assisi, (Pg.), 1998, e anche: Daisaku Ikeda. Idee per il futuro dell’umanità; di Antonio La Spina, editori internazionali riuniti. Daisaku Ikeda, maestro di dialogo, di Prisca Giaiero (edizioni la Meridiana, Molfetta-Bari, 2008). Per la Collana Educatori antichi e moderni, La Nuova Italia nel 2000 ha pubblicato L’Educazione creativa, di Tsunesaburo Makiguchi, il pedagogista e filosofo fondatore – nel 1930 – della Soka Gakkai, ecc ecc.

In Italia il nostro Istituto ha sempre spalancato le porte a chiunque abbia desiderato conoscerlo, studiarlo o semplicemente dialogare, cosa che Pitrelli e Del Vecchio, neanche per dare una parvenza di stampa democratica alle loro “inchieste” sulla Soka Gakkai, si sono mai sognati di fare: ripetendo, anche questa volta, gli stessi errori del libello “Occulto Italia”. Tutto questo sembra confermare quanto scrive Umberto Eco sulla recente Bustina dell’Espresso: «I giornali sono spesso succubi della rete, perché ne raccolgono notizie e talora leggende». Ci auguriamo la nascita di «una nuova funzione della stampa» (ibidem) che faccia emergere giornalisti quanto meno capaci di “distinguere idee sconnesse da idee ben articolate (…). Nei siti web si possono trovare sia cose attendibili e utilissime, sia vaneggiamenti di ogni genere, denunce di complotti inesistenti, negazionismi, razzismi, o anche solo notizie culturalmente false, imprecise, abborracciate“ (ibidem).

Enzo Cursio
Capo Ufficio Stampa
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

La controreplica di Del Vecchio e Pitrelli:

Il concetto di “offesa”, laddove si muova una critica al funzionamento di una macchina organizzativa di qualsivoglia natura — politica, partitica, sociale, sindacale, religiosa, ecc — è inapplicabile. D’altronde non è mai stata contestata la buona fede o l’onestà dei vostri membri. Spesso invece, laddove se ne sia trovata ragione, è stato contestato questo o quell’altro elemento della vostra struttura.

Il diritto di critica, invece, è doveroso, come lo è ovviamente il vostro. Ma dev’essere circostanziato. E a quattro giorni dalla pubblicazione dell’articolo, una delle accuse più ‘concrete’ che ci vengono contestate fa riferimento a concetti (“New Age”) che nel testo non vengono neanche adoperati.

Ciò detto,

* non riportando del resto il nostro articolo alcun fatto che non fosse corroborato dalle nostre — evidentemente a voi spiacevoli ma non per questo meno attendibili fonti,

* né infine contenendo il nostro articolo alcuna opinione di natura personale,

non abbiamo avuto punto motivo per consultarvi. Per chiedervi cosa, poi, esattamente? Se fosse vera la notizia dell’intesa? L’avevamo già verificato con la Presidenza del Consiglio.

Infine quanto al libro “Occulto Italia”, è risultato non sorprendentemente controverso agli occhi di chiunque sia stato oggetto della nostra indagine, ma non è mai stato concretamente smentito — essendo del resto fondato su una ricca base di documenti interni provenienti dalla medesima organizzazione che ce ne contesta i contenuti.

Il mondo accademico è vario e disomogeneo nell’apprezzamento, come ben sa la vostra stessa organizzazione, e i dubbi degli uni sono controbilanciati dall’apprezzamento di altri. Ma il fatto è che la nostra aspirazione non è mai stata accademica — né implicitamente né esplicitamente — quanto piuttosto quella di fare semplicemente il nostro mestiere, andando a guardare anche dove a volte può dispiacere a tanti. Come ci è stato ad esempio riconosciuto dalla giuria del Premio Estense, che ha voluto attribuirci il premio Aquila D’Oro 2011 per la nostra opera di giornalismo d’inchiesta.