Madonna, che Storia sbagliata

Stefano Pitrelli, L’Espresso

CINEMA / Esce tra pochi giorni il film della popstar americana su Wallis Simpson, la donna per cui Edoardo VIII lasciò la corona britannica. Un polpettone sentimentale che censura la questione principale: le simpatie e le frequentazioni naziste della duchessa.

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A ben vedere, però, Madonna da regista trascura consapevolmente ciò che di veramente controverso si nasconde in questa sua tormentata fiaba moderna. Il problema è che se segui il trailer, e non t’informi prima di entrare in sala, ti sarà difficile scoprire che i due amanti sfortunati si erano anche notoriamente distinti per le loro malcelate simpatie filonaziste. E che sarebbero ben più realisticamente queste, piuttosto che un amore proibito, la vera e molto meno romantica ragione dell’abdicazione. Proprio puntando a innestarsi nell’immaginario collettivo, fra un ricordo della principessa Diana e uno più recente di Kate Middleton – la “commoner” che ha da poco sposato un futuro monarca- Madonna ha gioco facile a rievocare lo scalpore suscitato nell’opinione pubblica novecentesca dal sovrano inglese, Edoardo duca di Windsor. Il quale osò innamorarsi di una donna non solo non-di-sangue-blu, non solo divorziata, non solo americana, ma per di più abdicò per sposarla. Una scelta che verrebbe considerata coraggiosa anche oggi, e lo fu tanto più all’epoca.

Intervistata dal Telegraph, la diva (che pure adora la trasgressione) mette le mani avanti: «Si è detto che fossero simpatizzanti del nazismo», glissa, come fosse una diceria. E lo fa manifestando quello stesso tipo di cecità selettiva che quattro anni fa aveva caratterizzato il battage pubblicitario intorno al film e ai libri sulla figura di Coco Chanel, col suo ben documentato – ma largamente ignorato – filonazismo.

Sul conto dei due amanti dalle opinabili inclinazioni politiche, risulta illuminante il dossier dell’FBI pubblicato anni fa dal quotidiano inglese Guardian. Più che un film romantico, sembra quasi di seguire una pellicola di spionaggio.

Appena un anno dopo lo scoppio della guerra, l’FBI aveva infatti così informato il presidente americano Franklin Delano Roosevelt: «E’ stato accertato che già da qualche tempo il governo britannico è a conoscenza del fatto che le simpatie e le frequentazioni della duchessa di Windsor siano un po’ troppo filo-tedesche. Ed esistono inoltre valide ragioni per ritenere che sia stato questo il vero motivo per cui ella sia stata considerata così ripugnante dal governo britannico che a Edoardo è stato rifiutato il permesso di sposarla e restare sul trono». Entrambi, si legge nell’informativa, pur «ripetutamente avvisati da Londra» dell’inopportunità delle loro frequentazioni di rappresentanti del governo tedesco, hanno ignorato questi avvertimenti (lui del resto, si aggiunge con malizia da spioni, «si trova in tale stato d’intossicazione che gran parte del tempo è virtualmente non compos mentis»).

Quando scoppia la guerra il duca si trova in Francia per fungere da ufficiale di collegamento fra l’esercito francese e britannico, e qui spunta nella vicenda un altro personaggio, il ministro degli esteri tedesco Joachim Von Ribbentrop, che — così si legge nel dossier — si riteneva esser stato amante della duchessa già durante il periodo in cui rivestiva il ruolo di ambasciatore a Londra. Il file dei federali riporta che la duchessa avrebbe adoperato la posizione del marito per accumulare informazioni e passarle a Von Ribbentrop.

Così nell’estate del ‘40 Winston Churchill rompe gli indugi e spedisce il duca alle Bahamas, nominandolo governatore per impedirgli di fare (ulteriori) danni. Un luogo sufficientemente remoto dal quale — sostengono sempre all’FBI — la Simpson non avrebbe potuto entrare ulteriormente in contatto con ufficiali britannici, né riaprire i contatti con Von Ribbentrop. Ma è giusto in quel periodo che i due partono per un viaggio in Florida, occasione in cui Roosevelt scomoda il superpoliziotto J. Edgar Hoover (noto al grande pubblico grazie alla recente interpretazione di Leonardo Di Caprio) per “attenzionare” la coppia: aveva motivo di temere che la duchessa venisse ulteriormente adoperata dai nazisti per carpire segreti agli Alleati.

Di tutte queste “malelingue”, però, Madonna non ne vuole sapere: «E’ la solita mentalità da linciaggio che s’impossessa della folla quando qualcuno ha qualcosa che tanti altri non hanno». E in effetti non tutti hanno avuto la “fortuna” dei nostri teneri amanti, andati in gita a Berchtesgaden per fare visita ad Adolf Hitler in persona. Il cui interprete ricorda di aver successivamente sentito dire al Führer: «Lei sì che sarebbe stata una buona regina».

Questa foto scattata all’epoca dell’incontro vale più di mille parole  E tutto questo proprio nel ‘37 ? come osserva Manohla Dargis sul New York Times – e cioè appena due anni dopo l’approvazione delle leggi razziali. Se una storia tanto “bella” era stata trascurata da Hollywood, ci doveva pur essere una ragione. E se Edoardo abdicò, obiettivamente, più che farne una tragedia c’è solo da esser grati ai “bacchettoni” che gli si opposero.