Stefano Pitrelli, L’Huffington Post
Altro che codice Da Vinci, messaggi cifrati e iniziatici misteri. Il Leonardo messo in scena da Massimiliano Finazzer Flory è un uomo che parla chiaro di sé e del suo punto di vista — nel presente, al presente — seppur nella lingua del tempo. È un uomo che non ostenta esoterismo, anzi ama anche mostrare in giro il proprio volto, oltre che ritrarlo. E si lascia di buon grado interpellare. A portarlo in tournée per il mondo, prima in Giappone, ora negli Stati Uniti (cosa che, c’è da scommettere, non gli sarebbe punto dispiaciuta) è il drammaturgo friulano già noto ai lettori dell’HuffPost per aver rievocato lo spirito futurista di Marinetti lungo le strade di Manhattan.
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