Grand Tour fa crack

ECONOMIA / Viaggiatori traditi, operatori senza un soldo. E nuovi attori che si affacciano. Ecco la calda estate dei viaggi.

Vai in vacanza e non ti va di pensare a niente, così compri un pacchetto “tutto organizzato”. Poi, una settimana
prima di partire, vieni a sapere che la tua destinazione è stata cancellata. O, peggio, ti ritrovi fuori dall’albergo che
avevi prenotato, e che nessuno ha provveduto a pagare. A terra, quest’anno, non ci sono rimasti solo tanti turisti italiani, ma molti degli stessi tour operator che avevano venduto loro la vacanza in mete più o meno esotiche (e che a volte ce li hanno abbandonati). L’estate nera dei “pacchi” è una lunga telenovela che non si è ancora conclusa, con quattro protagonisti: I Viaggi del Ventaglio, Eurotravel, Teorema e Todomondo. Quando a fine stagione ci sarà la resa dei conti, tutti gli esperti del settore concordano: il panorama dei nostri tour operator è destinato a cambiare per sopravvivere.

Lo dimostra il fatto che i
principali malati (IW, Teorema ed Eurotra-
vel) rappresentano da soli il 30 per cento del
giro d’affari nazionale.
Stando alle cifre fornite dal centro studi Ci-
set in collaborazione con la Banca d’Italia,
mentre nel 2008 la spesa complessiva degli
italiani che durante le ferie “sconfinano” era
aumentata del 3,5 per cento (attestandosi sui
20 miliardi di euro), quella relativa ai pac-
chetti è diminuita del 2,5 (da 4,3 a 4,2 mi-
liardi, in brusca frenata dopo la crescita co-
stante dei tre anni precedenti). Quest’anno
non è andata meglio, neanche secondo l’Os-
servatorio della Fiavet, associazione degli
agenti di viaggio: « I primi mesi del 2009 han-
no fatto registrare una diminuzione delle
prenotazioni che sfiora il 12 percento», spie-
ga la presidente Cinzia Renzi. E dall’Osser-
vatorio fanno sapere che, mentre i ricavi del
settore calano di 20 punti percentuali, non
esiste alcuna previsione a breve termine di ri-
presa. Come fa notare Mara Manente, direttrice del Ciset: «Soffre la clientela tipica dei
tour operator generalisti, il mercato di mas-
sa». «E la stretta creditizia incide pesante-
mente su un settore che poggia sul denaro
che gira, e che bisogna anticipare ai vari for-
nitori», aggiunge Roberto Corbella, diretto-
re dell’Astoi, associazione di categoria:
«Quando il denaro smette di entrare in cir-
colo, come sta succedendo, se non hai il ca-
pitale, o una banca alle spalle, sono proble-
mi» . Inoltre, conclude, «ci sono aziende cre-
sciute troppe rapidamente e senza capitaliz-
zazione adeguata». Aziende che – come I
Viaggi del Ventaglio – pagano lo scotto per
essersi lasciate tentare dalla finanza e dagli
investimenti arditi (fra cui l’acquisto della
Lauda Air e la creazione della compagnia ae-
rea Livingston). Oggi IW, preso fra la neces-
sità di aumentare il capitale (doveva accade-
re a giugno, ma la riunione è andata deser-
ta), e quella di ristrutturare, resta sorveglia-
to speciale sulla lista nera della Consob. E
trovandosi il credito bloccato da IntesaSan-
paolo, l’azienda di cui Bruno Colombo è
azionista e presidente sopravvive solo grazie
alla pazienza degli albergatori. In attesa di
una nuova assemblea a fine settembre.
Ma i problemi del mercato dei tour operator
italiani non sono solo legati alla crisi. Ad
esempio c’è quello della rigidità dei pacchet-
ti in vendita, non più adeguata quando si
vanno diffondendo le vacanze di 3-4 giorni.
O la sbornia degli sconti su Internet, che è
stata la fortuna e poi la dannazione di Todo-
mondo: «Il mercato è stato stra-
volto dal low cost a tutti i costi»,
sentenzia Andrea Giannetti, il ca-
po di Confindustria Assotravel.
Nel caos generale qualche nuovo
ärForoMRomänö atrore mizia ad affacciarsi. A par-
tire dal finanziere milanese Cor-
rado Coen – conosciuto per la sua
esperienza come amministratore
alla Schiapparelli 1824 (oggi Ki-
nexia) – che sta entrando nel set-
tore con l’intento di raccoglierne
e ricomporne i pezzi. È partito in
sordina con Hotelia Italia, un pic-
colo operatore, poi quest’anno ha
affittato Teorema, e a settembre,
come annuncia a “L’espresso”,
già punta a trasformare l’affitto
in acquisto. Ma non vuole fer-
marsi qui. «Agli inizi dell’anno
ero entrato in contatto con Euro-
travel», racconta, e benché la
trattativa per il controllo del-
l’operatore valdostano sia andata
in una direzione diversa (quella
della cordata di Giorgio Mazzella), lui non
si perde d’animo. «Se il vento tornerà a sof-
fiare nella nostra direzione, saremo dispo-
nibili a una potenziale aggregazione», rive-
la. Nel frattempo Coen si appresterebbe a
metter le mani su un importante tour ope-
rator del Sud «con 40 agenzie e una buona
presenza in Sicilia e Calabria».
E andata male, invece, all’altro volto nuovo
dei tour operator italiani, Luigi Capello, fi-
nanziere rimasto intrappolato nel crollo di
Todomondo, deposto re degli sconti su In-
ternet. Triste per i tanti clienti lasciati nei
guai. «Ci hanno fatto vedere un’azienda in
crescita, un fatturato quasi raddoppiato da
un anno all’altro, e un enorme potenziale»,
racconta Capello, «poi ci siamo accorti che
la cassa si stava misteriosamente consuman-
do, e che a carico nostro viaggiavano miglia-
ia di passeggeri di cui non sapevamo niente.
Che gli alberghi non erano stati pagati. In-
somma, ci siamo ritrovati con un passivo di
7 milioni», più di quanti ne aveva investiti
per rilevare la società (5,5). «Salvare Todo-
mondo è impossibile», conclude Capello.
A pagare restano sempre i consumatori.
Come una coppia che ha pagato sette not-
ti a Cuba con Todomondo, ma all’arrivo ne
ha trovate prenotate solo tre. E lo sanno
bene anche all’Mdc, che offre consulenza
on line per i turisti vittime dello stesso
crack e del suo “gemello”, quello della
compagnia aerea Myair (sosmyair@mdc.it
e sos todomondo@mdc.it).
(L’Espresso, 21/8/2009)