Regionali: troppi impresentabili?

DISCUSSIONE / Depositate le liste, si è visto che anche quest’anno è un tripudio di amici, parenti, indagati, pregiudicati e organizzatori di festini hard. Più le immancabili “veline”. Che cosa ne pensi? E hai visto nella tua città qualche caso che vuoi segnalare?


Le liste dei candidati alle prossime regionali sono uno spettacolo che riserva mille sorprese. A volte è come aprire la porta del ripostiglio: saltano fuori nomi e volti che si pensava di aver dimenticato. A volte è come sfogliare album di famiglia, osservando la continua staffetta fra padri e figli, mogli e mariti, amici e parenti. Altre è una rassegna di casellari giudiziari. Altre ancora, è meglio di una sfilata di moda. Perché in Italia d’immaginazione ne abbiamo parecchia, e c’è più di un modo per finire nel girone degli impresentabili.

GLI INTOCCABILI

Claudio Fazzone Il senatore Fazzone si ritrova indagato per abuso d’ufficio perché – quando era presidente del parlamentino laziale – avrebbe segnalato alcuni candidati al concorso per l’assunzione di cinque tecnici di radiologia. Una raccomandazione siglata su carta intestata della regione. A Renata Polverini la cosa non ha fatto né caldo né freddo: oltre a candidarlo, se l’è portato nel comitato elettorale.

Angelo Burzi Indifferente ai suoi guai legali anche il capogruppo del Pdl torinese, Angelo Burzi, ricandidato alle regionali nonostante un rinvio a giudizio per corruzione. L’accusa è quella di aver preso una tangente da 50 mila euro per appalti legati alla ristrutturazione di un paio di ospedali piemontesi. .

Tommaso Signorelli
Candidato in Calabria per i Socialisti a sostegno del pidiellino Scopelliti, Signorelli è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso. È tornato in libertà solo da poco, dopo quasi due anni di custodia cautelare (prima in carcere e poi ai domiciliari), in attesa che il tribunale di Paola pronunci la sentenza nel processo che lo vede accusato come politico di riferimento di una cosca calabrese. Paradossalmente la sua candidatura scontenta perfino lo stesso Scopelliti, che se lo trova a giocare nella sua squadra.

Roberto Conte Non è strano che un candidato governatore trovi scomodi i propri sostenitori. Succede anche a Napoli, dove il pidiellino Stefano Caldoro non digerisce la candidatura del transumante Roberto Conte. Ex Margherita, e soprattutto condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. «Quelli di Conte sono voti che non vogliamo – dichiara Caldoro, e promette – se il suo apporto sarà decisivo per la mia elezione, mi dimetterò».

Alberico Gambino
A Salerno Gambino si ritrova candidato del Pdl nonostante una condanna in appello per peculato come sindaco di Pagani. Però Gambino ha amici potenti, come il presidente della provincia Edmondo Cirielli e il sottosegretario Nicola Cosentino. Che in quei suoi guai giudiziari non hanno intravisto alcuna sconvenienza politica.

Fernando Zara
Da Pagani a Battipaglia, il Pdl salernitano continua a farci sognare: dentro anche l’ex sindaco Fernando Zara, sotto processo per corruzione (condannato in primo grado e in attesa dell’appello).

Gianluca Rinaldin «Abbiamo stabilito di non ammettere in lista chi è stato rinviato a giudizio. Significa che abbiamo escluso gente che non è ancora colpevole, quindi non vengano a raccontarmi che non sono criteri severi. Sono molto severi». Così parlo Roberto Formigoni, e Gianluca Rinaldin – consigliere uscente del Pdl – subito si adeguò. Infatti, indagato a Como per corruzione, truffa, finanziamento illecito ai partiti e falso (nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti nel settore turistico del lago di Como), il consigliere è riuscito a scavallare, ottenendo un rinvio dell’udienza preliminare a dopo le elezioni. Salvato dalla campanella, quindi – subito dopo – candidato al Pirellone.

GLI SCIUPAFEMMINE

Cosimo Mele C’era una volta un paese in cui per un politico ritrovarsi coinvolto in un festino condito da cocaina in compagnia di escort rappresentava uno scandalo tale da indurlo a lasciare il proprio incarico e a scomparire dalla scena. Andò così a Cosimo Mele, all’epoca deputato Udc, che abbandonò Roma dopo quel pasticciaccio. Dal lontano 2007, però, i tempi sono cambiati, la parola “festino” ha smesso di destare scalpore. E oggi l’ex parlamentare di Carovigno si ritrova candidato con il movimento “Io Sud” di Adriana Poli Bortone, nonostante i mal di pancia degli alleati dell’Udc. Dopotutto, in retrospettiva si può dire che sia stato un pioniere.

Tato Greco Tato Greco, ex deputato ed ex consigliere regionale, è tra i candidati della lista «La Puglia prima di tutto», a sostegno del candidato governatore pugliese Rocco Palese (Pdl). Greco è indagato a Bari assieme a Gianpaolo Tarantini, del quale è ritenuto socio occulto in una delle sue aziende. Nel 2009 Greco è assurto agli onori della cronaca per aver candidato al Comune di Bari Patrizia D’Addario. In nome delle quote rosa.

Giampaolo Lavagetto C’è chi poi i festini non li fa, ma li guarda. Su internet. A nostre spese. È il caso di Giampaolo Lavagetto, candidato parmigiano al consiglio dell’Emilia Romagna. E contemporaneamente rinviato a giudizio dalla procura di Parma per uno strano caso di peculato “voyeuristico”. L’accusa è quella di aver messo in conto al Comune di Parma, quando era assessore, ben 90 mila euro di bollette bollenti: avrebbe usato il suo cellulare di servizio per navigare siti porno.

LE COPPIE VINCENTI

Sandra Lonardo Si poteva pensare che il divieto di dimora in Campania – in vigore dallo scorso ottobre, effetto dell’inchiesta della procura napoletana sull’Arpac – potesse in qualche modo smorzare le ambizioni politiche di Sandra Lonardo. E invece no. Candidata capolista al Consiglio regionale a Napoli e a Benevento, Lady Mastella non si arrende. E da Roma inaugura in videoconferenza la sua campagna elettorale via web – neanche Obama aveva mai osato tanto. A sponsorizzarla, come sempre, il marito e leader dell’Udeur, Clemente Mastella: «Siamo un po’ come Radio Londra, noi abbiamo Tele Sandra».

Giancarlo Abelli Che i fastidi giudiziari non debbano assolutamente influire su carriere (e famiglie) politiche è evidentemente una convinzione geograficamente trasversale. La sposa di certo l’onorevole pidiellino ed ex assessore Giancarlo Abelli, che torna a correre per dare l’assalto alla giunta regionale. Lui di problemi con la giustizia a dire il vero non ne ha. Invece Rosanna Gariboldi, sua moglie, è appena tornata da San Vittore, dove risiedeva fino all’altro giorno. L’ex assessore provinciale di Pavia, infatti, ha patteggiato due anni per riciclaggio nella storia delle bonifiche di Santa Giulia.

LE COLPE DEI PADRI

Mario Cito Per anni la città di Taranto era stata feudo elettorale di Giancarlo Cito, sindaco “sceriffo” già un anno prima del suo omonimo collega trevigiano, Gentilini. Politico mediatico per vocazione come il suo modello, Silvio Berlusconi. Precursore del manganello in mano ai vigili urbani, e delle ronde. La sua carriera politica si chiude nel ’97 con una condanna definitiva a quattro anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Da allora, l’ex deputato ha a tutti gli effetti passato il testimone al figlio, Mario Cito, che oggi ritroviamo nella lista “I pugliesi per Palese Presidente”.

Angelo Gava
Ultimo erede della dinastia Gava. Nipote di Silvio (che fu ministro del Tesoro e della Giustizia) e figlio di Antonio (ministro delle Telecomunicazioni, delle Finanze e dell’Interno). Il padre, leader della corrente democristiana dorotea, fu arrestato tra il ?94 e ?95 per concorso esterno con la camorra. Assolto dall’accusa di associazione camorristica, ha ottenuto dallo stato il risarcimento per l’ingiusta detenzione subita durante la stagione di mani pulite. E ora il figlio Angelo batte cassa.

Antonio La Rupa Altro caso di candidato-figlio che sconta le colpe del padre. Lui corre per il Pdl calabro. Il padre, Franco, è consigliere regionale eletto con l’Udeur (oggi con Io Sud), rinviato a giudizio per scambio elettorale politico-mafioso per un presunto sostegno elettorale ricevuto da un clan alle regionali del 2005. Lo stesso Scopelliti ne ha preso le distanze.

Luciana Scalzi A Napoli si candida Luciana Scalzi, segretaria e “figlia d’arte” di Denis Verdini. Per lei, come per altre, una seconda occasione dopo il sogno infranto di un seggio a Strasburgo. All’ ultimo istante, infatti, i voti decisivi erano stati dirottati dal coordinatore regionale Nicola Cosentino su Elena Stasi.

IL FALO’ DELLE VANITA’

Nicole Minetti Dopo il fisioterapista della squadra di Silvio (Giorgio Puricelli), il geometra del paese di Silvio (Francesco Mangano), ecco l’igienista dentale di Silvio. Che incidentalmente è anche una show girl dal notevole curriculum televisivo: da “Scorie” a “Colorado Cafè”. Se la sua lista sarà riammessa, Nicole Minetti sarà l’ennesima starlette prestata alla politica berlusconiana. Nei giorni scorsi il cattolicissimo Formigoni le ha promesso un posto al Pirellone.

Giovanna Del Giudice
Da Italia Uno a Rete 4, nelle liste Pdl non manca mai la valletta. A Napoli c’è l’ex-meteorina del Tg di Emilio Fede, Giovanna Del Giudice. Dopo aver fatto da assistente a tre senatori, ora è venuto il suo turno. Anche perché bisognava risarcirla per la tramvata: scoppiò in lacrime dopo l’epurazione delle veline del 2008, causata dalle proteste di Veronica Lario.

Emanuela Romano Altro ritorno di fiamma è quello dell’attivista del comitato “Silvio ci manchi”, Emanuela Romano, 29 anni con un master Publitalia. Dopo aver tentato anche lei la strada europea, oggi ci riprova con la regione Campania. Con buona pace di suo padre Cesare, che nell’aprile scorso – addolorato per l’esclusione della figlia dalla corsa per Bruxelles – tentò di darsi fuoco davanti a Palazzo Grazioli.

Italia Caruso Si era vista negare la coroncina di Miss Italia nel 2001, il posto di velina per Striscia nel 2004, ora ripiega su uno scranno alla Regione Calabria. Il candidato governatore Pdl, Giuseppe Scopelliti, ha aperto le porte alla modella ventottenne. E stavolta lei spera di vincerlo, il concorso.

(espresso.repubblica.it, 1/3/2010)