Per fortuna arrivano i nostri

In alcuni casi, richiamare in servizio un alto ufficiale può avere la sua utilità.

«Un generale che ha avuto la responsabilità di coordinare cento, duecento, cinquecentomila persone, può affrontare problemi che di militare non hanno niente»: parola di Roberto Jucci, ex comandante generale dei carabinieri, famoso per essere stato commissario all’emergenza idrica in Sicilia, e poi alla bonifica del bacino del fiume Sarno in Campania.
Aree geografiche dove esistono problemi ambientali particolari: la presenza di mafia e camorra, colluse con la pubblica amministrazione e capaci di intimidire i funzionari esterni. Situazioni in cui l’arrivo di un militare – e in particolare di un ex carabiniere – oltre all’esperienza organizzativa testimonia anche la volontà di stroncare le infiltrazioni. Jucci spiega di avere svolto la sua attività “a costo zero per il Paese”.
E racconta: «In Sicilia sembrava che l’acqua non ci fosse. Andai un po’ a vedere, e in realtà ce n’era in abbondanza. Solo che c’erano condotte che perdevano da tutte le parti». L’altra emergenza affrontata dal generale si chiama Sarno, un fiume che scorre in un territorio di grave dissesto idrogeologico come dimostrò la frana che ha investito il paese omonimo.
Anche lì l’ex numero uno dell’Arma si è mosso con rigore e concretezza: «Abbiamo realizzato 700 chilometri di reti fognarie attraversando quei paesini della Campania dove per andarci ci vuole tanta buona volontà», ricorda il generale. Ancora una volta, a costi contenuti, e lavorando senza farsi pagare: «Per completare la bonifica del Sarno ho speso seicento milioni di euro, cioè appena il 5 per cento in più della somma prevista nei bandi di gara e dei contratti fatti dieci anni fa. E quando me ne sono andato via, ho lasciato in Banca d’Italia circa 160 milioni di euro».
Di richiami utili ne ricorda anche il generale Fabio Mini: «Basti pensare all’emergenza rifiuti a Napoli, occasione in cui sono stati fatti tornare in servizio ufficiali per gestire il Commissariato rifiuti, soprattutto per quanto riguarda la parte contabile, e quella logistica del movimento degli automezzi».

(L’Espresso, 13/1/2012)