Falsari fai da te

ATTUALITA’ / Intervista ad Antonello Di Mauro, responsabile del laboratorio falsi documentali per la polizia locale di Milano.

«Un mercato fiorente e che cresce con la crisi». Antonello Di Mauro, responsabile del laboratorio falsi documentali per la polizia locale di Milano, sperimenta ogni giorno l’aumento delle assicurazioni contraffatte e spiega chi sono i nuovi “consumatori”: «Non più il pregiudicato o il clandestino, ma il ragioniere dell’Anagrafe o l’operaio della Breda. È una specie di malata normalità, perché si vive l’assicurazione come un’ulteriore tassa. Così quando ti propongono il tagliandino a 200 euro invece che a mille sei tentato, soprattutto se non fai mai incidenti. Ma poi l’incidente lo fai, e ti rendi conto che sarai tu a pagare. Così aumentano le omissioni di soccorso».

Da dove arrivano i falsi?
«Molti dal Sud America e dagli Stati Centro-africani. Poi c’è il canale dei moduli originali. È capitato ad esempio che in occasione di una grossa fusione fra due assicurazioni (che quindi hanno cambiato nome) un corriere se ne sia trovato fra le mani pacchi da portare al macero. Che però non sono mai stati distrutti: per lui è stata una miniera d’oro».

C’è anche chi se li fa in casa?
«A contraffare un tagliando ci vuole poco: bastano computer e stampanti con i programmi giusti. Colpa anche delle assicurazioni: basterebbe farli produrre tutti dalla stessa fonte (il Poligrafico o la Zecca) e uniformare moduli e criteri di sicurezza (ologrammi, filigrane, etc) per renderli facilmente riconoscibili».

(L’Espresso, 6/2/2009)