Liberalizzazioni addio

ATTUALITA’ / Non solo i notai. Il fuoco incrociato delle lobby alla Camera ha depotenziato, e in alcuni casi cancellato, almeno altri tre capisaldi della seconda lenzuolata liberalizzatrice di Bersani. E non finisce qui: al passaggio al Senato si prevedono gli assalti di altre corporazioni.

Pra

La sconfitta più bruciante, per Bersani, è lo stralcio degli articoli che abolivano il Pra, il pubblico registro automobilistico. E’ bastata la pressione dei 6 mila dipendenti di quello che in molti considerano un inutile doppione della Motorizzazione civile per mandare in tilt l’accordo sulla sua soppressione. Pressione che ha saputo toccare i tasti giusti, visto che quasi tutte le forze della maggioranza hanno fatto a gare a rivendicare la paternità dello stralcio, a eccezione di Ds e Rosa nel pugno. Prc, Pdci e Verdi hanno parlato di “grande vittoria per i lavoratori” per la tutela dei livelli occupazionali. Peccato però che nessuno li abbia avvertiti che i dipendenti del Pra non correvano rischi: il testo faceva salvi i rapporti di lavoro e con tutta probabilità il personale sarebbe stato accorpato a quello della Motorizzazione. Ad esultare per la mancata abolizione anche diversi moderati dell’Unione: dall’Udeur all’Italia dei Valori, fino alla Margherita, Rutelli in testa.

Taxi

Altra bruciante marcia indietro riguarda quella norma che avrebbe dovuto limitare il monopolio dei tassisti. Nell’ultima versione viene soppressa la possibilità anche per le aziende di trasporto pubblico di organizzare servizi collettivi e condivisi diretti a specifiche categorie. In altri termini, il trasporto innovativo potrà essere fatto solo da taxi e auto a noleggio con conducente, previa apposita licenza.

Banche

Anche le banche hanno portato a casa qualcosa. E’ stata sì abolita la commissione di massimo scoperto sui conti correnti, ma con un meccanismo alternativo: gli istituti di credito avranno diritto a un corrispettivo per il servizio di messa a disposizione delle somme ai propri clienti. Cosa che, stando al relatore del provvedimento Andrea Lulli; ridurrà i costi per le banche: da 3 a 2,2 miliardi, con risparmio di circa 800 milioni.

Farmaci

I guai per il disegno di legge Bersani non finiscono alla Camera. Al Senato perderà probabilmente un altro pezzo importante: quello, approvato a maggioranza, sulla libera vendita dei farmaci prescrivibili di fascia C nelle parafarmacie e nei supermercati. Riguarda i medicinali di largo consumo che hanno bisogno di una ricetta medica, come Aulin, Tavor o Gentalyn. Lo scopo è far scendere i prezzi come è avvenuto per i farmaci da banco, che grazie al Bersani 1 oggi costano dal 20 al 30 per cento in meno. Ebbene, Federfarma ha lanciato dure bordate contro il provvedimento e ha già incassato l’appoggio del ministro della Salute Livia Turco, la quale ha promesso lo stralcio dell’emendamento a Palazzo Madama.

(L’Espresso, 21/6/2007)